Per un utilizzatore più evoluto del semplice “videogiochista” il pulsante di reset è una caratteristica imprescindibile sulla quale, probabilmente, il buon Tramiel volle economizzare. Questo è il mio approccio (non l’unico, ma probabilmente il più economico ed alla portata di tutti) alla costruzione di un pulsante di reset esterno con le seguenti caratteristiche;
completamente rimovibile
non è necessario aprire il C=64 (lascia illibato il sigillo di garanzia)
funziona su tutte le revisioni
nessuna saldatura necessaria
non occupa la porta cartridge
completamente esterno e di lunghezza regolabile
non bello a vedersi ma facile da occultare
non è invasivo, non necessita (sacrilegio) la foratura delle plastiche
Edizione 2019 a tema lunare (pretestuoso) in cui si è andati volentieri fuori tema. Ho riscoperto e imparato molte cose, rivelato aspetti tecnici e umani. Per questo posso solo ringraziare chi organizza il VintageBit e gli espositori; è mia opinione che chi lo frequanta trovi un ambiente confortevole per la nostalgia ed al contempo stimolante per la passione che si respira mentre il collezionista di turno fa quello che gli riesce meglio, raccontare una storia. Che poi sia la storia di un pezzo di silicio, di una idea, di un periodo storico, di una passione personale o di tutte le suddette, poco importa.
L’ anno della serie Commodore 264
Con un istrione come Luca^FIRE, prolifico musicista/coder/grafico/webmaster/evangelista, anche presso Plus4world.com, sarebbe impossibile non innamorarsi dei Calimeri di Commodore.
Upcycling, noto anche come riutilizzo creativo, è il processo di trasformazione di prodotti di scarto, inutili o non desiderati in prodotti di migliore qualità, utilità e valore ambientale.
Macchine improbabili costruite per reclamare l’amore e la dedizione incondizionati di una ristretta minoranza di appassionati, unicorni ad 8-bit.
Commodore 64 e Super-CPU
Creative Micro Designs, CMD in breve, partorisce nel 1997 questa scheda di espansione per il C64(e 128), in grado di far passare la velocità di elaborazione da neanche 1 a 20Mhz, guarnendo con massimo 16Mb di RAM.
Se si è nati dopo il 2000 si faticherà a credere che non ci sia un errore nelle unità di misura.
Il compianto Bob Wakelin, talentuosissimo illustratore di molte copertine di videogames, prevalentemente sotto etichetta Ocean, non faceva mistero che, allorquando un gioco che stava per essere rilasciato non fosse ritenuto dalla dirigenza abbastanza buono o appetibile, gli veniva richiesto di mettere uno sforzo extra nella sua arte. I videogiochi di allora, nell’era pre-internet, si vendevano grazie all’ illustrazione in copertina, come i libri ed i dischi.
Il gioco non era neanche male, non aveva quel logo.
Nenache predator si sarebbe occultato così.
Continuo a leggerci boring
…
premio titolo accattivante
Bambina minacciata da cartomante
8bit congelati fanno un frost byte?
i’ma a firestarter..
paura eh!?!?!
provo imbarazzo per il modello
Brutta la versione originale..
.. peggiorata quella internazionale.
rompere le uova nel paniere
Minimalismo o simulatore del jet invisibile?
Inarrivabile
Sentite la pulsione irresistibile di comprare questo gioco??
Ci mettiamo anche le creature di mezzo
qualcuno aveva un cugino che studiava grafica..
questa non è nemmeno malaccio alla lunga
somigliante perlomeno
va riconosciuto che la drammaticità traspare
Rimane insondabile quante copie abbiano potuto vendere i giochi della gallery.
Dopo un numero indecente di anni, nell’ ordine comunque delle decine, mi sono ritrovato per diletto a cimentarmi nuovamente col set ASCII, nel tentativo di accostare un insieme finito di simboli soggiogandolo al mio gusto estetico. Asciiart la chiamano, ma i miei risultati si discostano molto dall’ arte di cui ho riverenza.
La mia proposta per il votesheet di Versus in tutta la gloria del font Topaz
E così, per produrre un nuovo “pezzo”, si riprende confidenza con gli strumenti ed i limiti espressivi di una volta, 80 colonne ed il font corpo 8 più amato/odiato di sempre. Non può essere il più odiato perchè non potrebbe mai competere col ComicSans, usato a sproposito e massivamente anche per le cose serie; con questi occhi ci ho visto scritto un bilancio aziendale e delle indicazioni di evacuazione. Al secondo posto metterei il Papyrus, font usato per il logo del film Avatar ed in ogni centro estetica/massaggi/articoli per la casa, ma sono divagazioni.
Qui il limite imposto è quello dello spazio occupato, non dei cavalli vapore a disposizione, sulla mia configurazione sono riuscito ad ottenere alternativamente un avviso minaccioso sull’ occupazione delle risore o un paio di frame a plenilunio. Quindi sono dovuto ricorrere al video su Youtube. Si, lo so, non si fa, i lavori degli artisti vengono violentati dai codec ed il concetto cardine di esecuzione realtime si perde per strada.
Una volta, agli albori degli engine software 3d, commerciali o no, esistevano le tech-demo, spesso scene singole il cui scopo era quello di illustrare caratteristiche e punti di forza del motore stesso, facendo cadere quante più mascelle possibile nel processo. Questo fa esatamente questa produzione finnico-italica (ciao Cesare!)
Ci viene sparata in faccia l’implementazione di un ambiente renderizzato con path-ray-tracing, fisica, oggetti speculari, emissivi e opachi con synth software. In 4k. Nel Browser. In Javascript. Magia nera.
Storie di millennialria incomprensione
Passa un adolescente, probabilmente nel tragitto tra un divano ed unsa tacca in più di collegamento wifi per Fortnite, e mi dice; “ma non è 4k, è una risoluzione molto più bassa”. Ora gli faccio generare documenti word, anche solo contenenti la scritta “culo”, guardare il peso del file, intorno ad 11k, meditare sulla qualità, quantità e risoluzione dell’intrattenimento che ne deriva.
4kb di codice su una cpu vecchia più di 30 anni per definire i nuovi traguardi dello stato dell’ arte generativa. Nemmeno parlarne per iperboli probabilmente gli rende abbastanza omaggio, ci si ferma facilmente a pensare come 4k di simboli si possano tradurre in animazioni e suoni che parlano un linguaggio coerente, scene che si susseguono per interi minuti senza ripetersi pur rimanendo dalla parte giusta del “completamente random”. E’ come se si fosse scomposto in sillabe tutto quello che visivamente avesse un “significante” e poi si fossero prodotte e combinate tutte le frasi che avessero un significato. E’ una esperienza estraniante, da un seme così piccolo germoglia un’opera estetica così appagante, ogni animazione rimane a schermo quella manciata di secondi necessaria contemporaneamente ad intrattenere, non diventare noiosa e creare anticipazione per la “stanza” successiva. Si innesca anche la componente ludica, la sfida a riconoscere il pattern, ad anticipare la sequenza, si cade continuamente nella trappola del pensare che adesso qualcosa si ripeterà, deve ripetersi, sono 8 minuti che gira, sono solo 4 k.
Poi lo schermo indugia troppi secondi sul nero, lo spettacolo è finito, potete smettere di trattenere il fiato… coup de théâtre, breve precalcolo, nuovi pattern, nuova musica, ora anche i colori, clash degli attributi, scritte animate, lo Spectrum parla, come ad esalare l’ ultimo respiro, per investire le altre piattaforme del compito di portare avanto il suo retaggio di creatività e disprezzo per i limiti imposti.
piuttosto chiaro
Alcune note:
In buona parte dei modelli più diffusi dell’8bit britannico le capacità audio erano limitate allo speaker interno ad 1 bit; sui modelli 128k o con apposite interfacce si poteva usare il più verstile chip sonoro AY3 8912.
Qui il link per scaricare l’archivio completo che contiene varie versioni della intro, compresa una versione che parte da windows sfruttando l’ emulatore UnrealSpeccy. Usufruendo di questa opzione e premendo “ESC” si accede al debugger dell’ emulatore ed ad una nuova e bellissima chiave di lettura dell’ opera, a patto che non siate proprio a digiuno dell’ assembly dello Z80. Capolavoro.
La prima volta che mi ci sono addentrato si chiamava “Mekka-Symposium”, l’ultima “Breakpoint”, adesso “Revision”; il demo-party di Pasqua è una tradizione ben radicata. Seguendo le competizioni attraverso lo stream Twitch si riesce ad avere, anche se parzialmente, il polso della sala che glorifica gli slanci tecnici ed artistici di chi ha investito anni a studiare, confrontarsi e maledire dei limiti tecnici per imparare a conviverci, a sfruttarli a proprio favore o, a volte, a demolire completamente per alzare ulteriormente l’ asticella dell’ incredibile.
Questa è la pulsione primaria della scena demo. Oltre ad ubriacarsi ed urlare “AMiiigaaa!”, in Germania, a Pasqua.
Nei prossimi post alcune delle produzioni che più mi hanno colpito.